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by AREA TECNICA 1 GROUP SCTP 10 August 2023
 La visita di AT1 alla Cappella Degli Scrovegni di Padova La Cappella degli Scrovegni, conosciuta da tutti con il cognome del suo committente Enrico, è intitolata a Santa Maria della Carità e nota in tutto il mondo per lo straordinario ciclo pittorico realizzato da Giotto. L'opera costituisce il massimo capolavoro ad affresco dell'artista e testimonia la profonda rivoluzione che il pittore toscano portò nell'arte occidentale. Il ciclo affrescato da Giotto in soli due anni, tra il 1303 e il 1305, si dispiega sull’intera superficie interna della Cappella narrando la Storia della Salvezza in due percorsi differenti: il primo con le Storie della Vita della Vergine e di Cristo dipinto lungo le navate e sull'arco trionfale; il secondo inizia con i Vizi e le Virtù, affrontate nella pozione inferiore delle pareti maggiori, e si conclude con il maestoso Giudizio Universale in controfacciata. La prima grande rivoluzione compiuta da Giotto a Padova è nella rappresentazione dello spazio: si possono ammirare esempi di "prospettiva" e di resa della terza dimensione che anticipano di cent'anni leteorie rinascimentali. La seconda è l'attenzione rivolta alla rappresentazione dell'uomo, nella sua fisicità ed emotività: ciò viene ben espresso da Giotto nelle Storie della Vita della Vergine e di Cristo in cui emergono con intensità le gioie e i dolori umani, di cui restano significativi e celebri esempi la tenerezza del bacio di Gioacchino ed Anna ne L'incontro alla Porta Aurea e la disperazione delle madri in lacrime ne La strage degli innocenti. Il soffitto voltato è un manto azzurro di stelle e presenta dei tondi le figure di Maria, di Cristo e dei Profeti. Nel presbiterio si conserva ancora il gruppo scultoreo Madonna con il Bambino tra due angeli realizzato dal grande scultore Giovanni Pisano all'inizio del Trecento. Il ciclo affrescato della Cappella degli Scrovegni è stato iscritto nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO nel 2021 all'interno del sito seriale "I cicli affrescati del XIV secolo di Padova". Fonte: http://www.cappelladegliscrovegni.it/index.php/it/
by AREA TECNICA 1 GROUP SCTP 10 August 2023
MAXXI - Roma  La visita di AT1 al "MAXXI" di Roma, Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo
by AREA TECNICA 1 GROUP SCTP 28 April 2023
L’ECCELLENZA DEL DESIGN NEL MEGLIO DELL’ARCHITETTURA Design Week 2023 17 – 23 Aprile, Milano Ancora una volta, nella meneghina città che, nel suo essere italiana è anche fortemente globalizzata e aperta all’innovazione, alla cultura e allo scambio internazionale, si dispiegano le bellezze della Design Week 2023 . Un’edizione che, come da tradizione, vede il design protagonista di un evento unico nel suo genere. La creatività è padrona dell’intera Milano, dagli hotspot della metropoli sino ai luoghi meno conosciuti, in un mix che ormai rende questa settimana, per gli appassionati così come per i più lontani dal mondo del design, la più attesa dell’anno. Impossibile non imbattersi in piccole e grandi chicche di design disseminate in ogni angolo della città ricca di eventi, iniziative e mostre uniche e imperdibili, in una celebrazione del design a tutto tondo; così gli eventi promossi dai vari brand occupano gli spazi architettonici e urbani, rendendo co-protagonista della Week milanese, la città stessa. La settimana milanese è infatti stata l’occasione per poter visitare ville e palazzi storici, i quali solitamente risultano non visitabili, come Palazzo Serbelloni, Palazzo Bovara, Palazzo Reale, Palazzo Visconti e moltissimi altri, insieme a Ville storiche e luoghi normalmente inaccessibili, come Palazzo Treves a Brera, o l’ex Macello di Porta Vittoria, che ha ospitato la creatività di Alcova; oppure Dropcity , a due passi da Milano Centrale che connette architettura e design nei così detti tunnel della stazione. Mentre si svolge il Salone del Mobile , nella sua 61esima edizione, nello spazio fieristico di Rho, la metropoli si popola, si muove e vive, grazie ad un pubblico vasto che può immergersi alla scoperta delle installazioni più creative e innovative. Tra gli espositori, aziende storiche con collezioni ormai note e nuovi prodotti, affiancate da brand emergenti e ricchi di novità; il Fuorisalone ha permesso di scoprire una città in fermento e un mondo del design in continua evoluzione, con la volontà di mettersi in discussione e così migliorarsi. Alla Milano Design Week dunque emergono con forza gli interrogativi e le emergenze del presente, a partire dalle tematiche ambientali, climatiche e di sostenibilità dei prodotti e dei loro processi di produzione; il titolo dell’edizione infatti, Laboratorio Futuro , enuncia a chiare lettere come la Design Week e i suoi luoghi si siano rivelati spazio di sperimentazione per tutti coloro che si sono messi in gioco: brand, progettisti, designer, curatori, università e artisti. « La Design week è stata un'opportunità imperdibile: la mixitè tra città, installazioni e mostre, unita alla varietà di persone che vi gravitano attorno, fa sì che Milano sia, per qualche giorno, ancora più ricca e coinvolgente. L'incrociarsi delle diverse ispirazioni, tra storia e innovazione, è l'occasione per riportare sul lavoro un bagaglio di spunti, riflessioni e reference per i propri progetti. Sono tornata arricchita e con uno slancio rinnovato.» Laura , Architetto per At1Group
by AREA TECNICA 1 GROUP SCTP 13 April 2023
Con il termine PASSIVHAUS si intende un edificio con delle caratteristiche prestazionali specifiche sotto l’aspetto della tecnologia costruttiva e della progettazione architettonica. Tali requisiti tengono conto del contesto ambientale e del massimo impiego delle “energie passive”, così da ottenere un edificio confortevole e allo stesso tempo, auto-produttore del proprio fabbisogno energetico. Quando si intende allora progettare una residenza in standard passivhaus, il concetto fondamentale è di riscaldarlo con l’utilizzo delle sole energie passive, che sono: - energia solare - energia delle persone - illuminazione artificiale (lampadina) ed elettrodomestici Dai concetti delineati finora, ne scaturiscono altri due fondamentali, e da tenere dunque in considerazione: Efficienza Energetica e Comfort Indoor. Questi due aspetti sono strettamente correlati, e per questo ugualmente importanti per delineare gli standard passivhaus: non dovrà esservi infatti Comfort Indoor che non tenga in considerazione l’Efficienza Energetica e viceversa. Dunque, per far sì che un’abitazione sia considerata passiva, ottenere quindi lo standard passivhaus e la relativa certificazione, questa deve avere determinati requisiti. 1) L’edificio necessita del massimo sfruttamento dell’energia solare, per questo deve essere progettato in maniera tale da creare, nella stagione invernale, il maggior apporto solare; ciò avviene tramite l’involucro e le chiusure trasparenti (infissi o aperture) orientate e dimensionate nel modo ottimale. Nella stagione estiva invece, l’edificio deve ripararsi dall’eccessivo irraggiamento solare ed evitando il surriscaldamento, mediante l’utilizzo di sistemi ombreggianti. Una passivhaus in sintesi deve riuscire a sfruttare la sola energia proveniente dalle fonti energetiche passive che abbattono i costi per i consumi energetici. 2) L’edificio deve avere un involucro fortemente prestazionale e deve quindi mantenere gli standard di efficienza al variare della tecnologia costruttiva e dai materiali utilizzati. A prescindere dalle caratteristiche tecniche dell’involucro infatti, è sempre buona norma posizionare su di esso uno strato isolante: questo perché, considerando che l’edificio deve vivere consumando pochissima energia, questa stessa energia, una volta immagazzinata al suo interno, deve essere trattenuta ed utilizzata quanto più possibile. 3) Una passivhaus, nella fase progettuale, avrà tutti i ponti termici agli elementi finiti verificati e risolti; se tale verifica non risulta possibile in questa prima fase, è necessario valutare il ponte termico nella fase esecutiva e andare a ridurlo e renderlo sostenibile energeticamente. Ma che cosa è un ponte termico? Il ponte termico è una zona locale dell’involucro (i cosiddetti punti freddi), in cui si manifesta una discontinuità tale che il flusso di calore tra l’interno e l’esterno sia differente. Le cause sono dovute alle discontinuità che sono di duplice natura: discontinuità geometrica e discontinuità materica. I ponti termici dovuti a discontinuità geometrica sono quelli che si verificano a causa di una modificazione nella sagoma, un’interruzione di un elemento o l’intersezione di due elementi costruttivi. I ponti termici dovuti a discontinuità materica sono causati dalla diversa conducibilità termica del singolo materiale rispetto a un altro ad esso contiguo, provocando una differente reazione al passaggio del calore. (Per conducibilità termica si intende la capacità del materiale di trasmettere il calore, e quindi di permetterne il passaggio). Entrambi i casi di discontinuità si possono riscontrare, ad esempio, in corrispondenza degli spigoli, tra parete e solaio, tra parete e infisso ma anche in corrispondenza di balconi e davanzali delle finestre. 4) Altro requisito molto importante in una passivhaus è quello della tenuta all’aria. In termini chiari e semplici, si può dire che l’edificio non deve avere “spifferi”, e cioè passaggi d’aria verso l’esterno, perché questo comporterebbe una perdita di energia, sia nella stagione invernale che estiva. Punti critici per la tenuta all’aria, possono provocare inoltre condensa interstiziale: l’aria calda che dall’interno si muove verso l’esterno, può incontrare strati più freddi dell’involucro e li formare la condensa. 5) Da non sottovalutare è la progettazione architettonica delle aperture e delle schermature, fondamentale per una passive house. Gli infissi sono infatti captatori di energia: i raggi solari che colpiscono il vetro dell’infisso lo scaldano, e scaldano l’ambiente al suo interno; il ragionamento di orientarle e dimensionarle a seconda del movimento solare è quindi una scelta architettonica preliminare che comporta la buona riuscita o non, di un ambiente confortevole. Nella stagione invernale infatti va bene che il sole riscaldi attraverso le aperture gli ambienti interni, ma non va bene nella stagione estiva: ecco perché sono fondamentali anche le schermature solari posizionate attentamente, in maniera tale da riparare dai raggi solari estivi e mantenere il comfort interno. 6) La passivhaus è progettata con un unico sistema impiantistico, ovvero un impianto di ventilazione meccanica controllata con scambiatore di calore. In breve, si tratta di una canalizzazione di tubazioni presenti in tutta l’abitazione; la loro funzione è di estrarre dagli ambienti l’aria calda viziata mediante dei tubi, mentre altri tubi immettono nell’ambiente l’aria fresca e pulita dall’esterno: questi due flussi di aria si incontrano nello scambiatore di calore che ha la funzione di trasmigrare la temperatura dell’aria calda viziata a quella nuova fresca, così da immettere aria pulita ma riscaldata all’interno negli ambienti; questo avviene in regime invernale, mentre in regime estivo il funzionamento è inverso. Nei momenti in cui invece il semplice scambio d’aria non è sufficiente, interviene una pompa di calore che immette acqua calda (inverno), acqua fredda (estate) per dare all’aria la temperatura richiesta. 7) La scelta dei sistemi costruttivi e della tecnologia costruttiva è a discrezione del progettista; in ogni caso, non c’è una tecnologia migliore di un’altra. C’è da sottolineare che in base al contesto in cui ci troviamo, è cura dell’architetto individuare la tecnologia più adatta. In linea generale però, andrebbe evidenziato anche che, trattandosi di una progettazione sostenibile, si tende ad indirizzare sempre la scelta su materiali costruttivi ecosostenibili e che non rovinino l’ambiente. Ad esempio, una cava per l’estrazione delle materie prime finalizzate alla produzione del calcestruzzo, provoca molteplici danni tra cui l’impossibilità di ripristinare il sito dopo le estrazioni, a differenza di una deforestazione controllata a favore di un ripopolamento boschivo. Passive House e EDIFICI NZEB In ultima battuta è opportuno fare una distinzione tra PASSIVHAUS ed EDIFICIO NZEB. Lo scopo primario di entrambi è quello di ridurre, se non azzerare, la quantità di energia derivante da fonti fossili impiegata per la climatizzazione invernale ed estiva. Le passivhaus sono diverse dalle case nZEB in quanto esse hanno come principio il comfort abitativo interno e già in fase di progettazione sono pensate per rispondere in modo ottimale alle condizioni climatiche esterne anche senza l’ausilio di energie rinnovabili. Ad esempio, una casa passiva può anche non presentare l’utilizzo di fonti rinnovabili in quanto viene già raggiunto il comfort interno e il fabbisogno energetico: questo porta dei benefici sia dal punto di vista economico che in termini di emissioni di CO2 nell’ambiente. Le case passive alle quali vengono aggiunte installazioni per le energie rinnovabili, diventano a tutti gli effetti edifici nZEB. Gli edifici nZEB sono letteralmente, edifici a energia quasi zero (Nearly Zero Energy Building) e sono quindi ad altissima prestazione energetica ma non del tutto autonomi. Hanno infatti la necessità di essere dotati di impianti di climatizzazione estiva e/o invernale abbinati a sistemi di fonti rinnovabili come ad esempio un sistema in pompa di calore, abbinata ai pannelli solari fotovoltaici. In sintesi, in un edificio nZEB, si pone l’attenzione soprattutto al bilancio energetico finale; in una Passivhaus invece si pensa principalmente al comfort ambientale, sia in inverno che in estate, che viene assicurato dall’involucro edilizio e dalle scelte tecnologiche. I Benefici dell’Abitare che queste tipologie di edifici apportano, derivano quindi da una molteplicità di caratteristiche; oltretutto in entrambe le soluzioni si riscontra un abbattimento importante dei consumi energetici, arrivando a costi di gran lunga inferiori rispetto a quelli delle case tradizionali; basti pensare che le Passivhaus hanno mediamente un abbattimento dei costi e dei consumi energetici per la climatizzazione degli ambienti interni fino al 90% rispetto ad una casa tradizionale. Le soluzioni passivhaus e nZEB sono quindi da considerarsi il futuro della tecnologia costruttiva, dell’architettura e dell’innovazione, alla ricerca di standard abitativi sempre migliori. Con la speranza che, nel futuro, anche nel nostro Paese si diffonda una cultura generalizzata sull’argomento, e che porti a vedere tutto ciò come un valore e non soltanto come “un’occasione di un bonus”. Arch. Gianluca Bigiarini
by AREA TECNICA 1 GROUP SCTP 14 March 2023
LA POMPA DI CALORE Quando parliamo di pompa di calore innanzitutto dobbiamo immaginarci una macchina che provvede a trasportare il calore da un corpo a temperatura inferiore ad un corpo a temperatura superiore. Questo sistema, quindi, inverte il passaggio di calore che si verifica normalmente. Per capire meglio questa affermazione basta pensare a cosa succede d’inverno quando si apre la porta di casa: in poco tempo il caldo accumulato nei locali interni riscaldati fuoriesce nell’ambiente esterno, che ha una temperatura nettamente inferiore. La pompa di calore si comporta in modo analogo ad una pompa per l’acqua interposta tra due taniche collegate tra di loro, ma posizionate a quote differenti. In condizioni normali, sgorgherebbe dalla tanica superiore verso quella inferiore. Invece, grazie all’ausilio della pompa alimentata ad energia elettrica, diventa possibile trasportare l’acqua dalla tanica più in basso fino a quella posizionata più in alto. Innanzitutto, bisogna sapere che la pompa di calore può prelevare energia dall’aria, dall’acqua di falda oppure dalla terra (queste ultime vengono chiamate pompe di calore geotermiche). La pompa di calore è costituita da un circuito chiuso, attraversato da un fluido (chiamato fluido frigorigeno o refrigerante) che, in base alle condizioni di pressione e temperatura, assume lo stato liquido o gassoso: i fenomeni di condensazione ed evaporazione sono sfruttati per far sì che il liquido frigorigeno assorba o ceda calore. Tale fenomeno si articola in 4 fasi : Evaporazione : l’evaporatore assorbe il calore dall’ambiente esterno e lo cede al liquido che circola nel sistema e che ha sempre una temperatura inferiore a quella dell’ambiente. Il liquido refrigerante ha la capacità di evaporare alle basse temperature. Per questo motivo, in questa fase, passa dallo stato liquido allo stato gassoso. Compressione : a questo punto il refrigerante viene letteralmente compresso tramite l’utilizzo di un componente chiamato compressore. Così facendo, aumenta la pressione del gas, contenuto in uno spazio limitato. Quest’operazione ha come conseguenza un ulteriore innalzamento della temperatura. Ora il gas può essere effettivamente utilizzato in casa. Liquefazione : in questa fase il vapore ha acquisito una temperatura davvero elevata ed è pronto per trasferire tutto il suo calore al sistema di riscaldamento della casa. Una volta ceduta l’energia, il refrigerante perde il calore accumulato e torna allo stato liquido. Laminazione : il refrigerante, però, è ancora troppo caldo per ri-iniziare il ciclo e prelevare nuovamente altro calore. Per questo motivo passa attraverso una valvola di laminazione che ne riduce la pressione e conseguentemente la temperatura. Ora il processo può ripartire. Fino ad ora abbiamo analizzato come funziona una pompa di calore per il riscaldamento (della casa o dell’acqua sanitaria). In realtà, questo prodotto innovativo viene utilizzato anche per rinfrescare i locali durante stagione estiva. D’estate, infatti, il ciclo appena descritto si inverte, modificando anche la direzione del flusso di calore: la nostra macchina si comporta come un frigorifero, spostando il calore fuori dalla casa. Praticamente, è possibile immettere e distribuire nella casa temperature di mandata di 20°C avendo temperature esterne fino a 40°C, grazie al circuito del freddo della pompa di calore. Come abbiamo detto inizialmente, le pompe di calore possono prelevare e scambiare energia da diverse fonti. Nello specifico, il prelievo può avvenire tramite: aria, acqua, terreno; mentre lo scambio con i sistemi di distribuzione ed emissione può essere fatto tramite: aria, acqua. In base agli abbinamenti si avranno poi le varie tipologie di pompa di calore. La categoria attualmente più diffusa in ambito residenziale è la pompa di calore aria-aria, in cui un motore esterno preleva energia dall’aria ambiente e la diffonde nella casa attraverso gli split. Meno conosciuta, ma pur sempre efficiente, è la pompa di calore acqua-acqua, in cui il calore presente nell’acqua di falda viene utilizzato per produrre l’acqua calda sanitaria che usiamo per lavarci. Questa tipologia ha un vantaggio notevole rispetto alle altre: l’acqua del sottosuolo, infatti, mantiene una temperatura media di 10°C-12°C, garantendo un efficienza costante durante tutto l’anno. Negli ultimi anni c’è stato un vero e proprio boom nella diffusione della pompa di calore per il residenziale. Questo è avvenuto soprattutto perché tale tipo di impianto garantisce un notevole risparmio energetico e ha un impatto inferiore sull’ambiente rispetto agli impianti tradizionali. Tuttavia, ci sono delle casistiche in cui la pompa di calore non è la soluzione migliore. La prima cosa da sapere sulla pompa di calore è che questa macchina dà i risultati migliori quando lavora in bassa temperatura: ciò significa che la temperatura di mandata del vettore energetico non deve superare certi valori standard e dipende dal sistema di erogazione che verrà abbinato alla pompa di calore. Proprio per questo motivo, la combinazione ottimale è quella fra pompa di calore e riscaldamento a pavimento. Infatti, il sistema radiante lavora a temperature che si aggirano sui 35°C circa. Un’altra opzione è quella di scegliere come sistemi di erogazione del calore, i cosiddetti fancoil o ventilconvettori, che lavorano a temperature non superiori i 50°C. Ricollegandosi al paragrafo precedente, è facile capire che un sistema di riscaldamento a pavimento, che lavora con una temperatura di mandata bassa, deve essere inserito in un involucro edilizio ben coibentato. Per esempio, una casa ben isolata con la posa di un cappotto e dei serramenti in doppio o triplo vetro, ha bisogno di un quantitativo di calore inferiore rispetto ad un’abitazione poco isolata. Le caldaie sovradimensionate e i caloriferi ad alta temperatura che venivano installati nelle case del passato, servivano principalmente a fronteggiare le dispersioni di calore, che si verificano in prossimità dei serramenti e dei punti di giunzione. L’unico modo per eliminare l’aria fredda che entra da questi spifferi era quello di far funzionare al massimo il sistema di riscaldamento. Questo sistema ha avuto due impatti negativi principali : Il primo è stato l’inquinamento dell’atmosfera, dovuto alle ingenti quantità di anidride carbonica e monossido di carbonio prodotti dal funzionamento degli impianti di riscaldamento tradizionali. Il secondo è stato l’elevato costo delle bollette, dovuto al funzionamento esagerato degli impianti di riscaldamento. Viene da sé che una pompa di calore inserita in un involucro edilizio con dispersioni termiche elevate, non riuscirebbe a soddisfare il fabbisogno richiesto per la climatizzazione (riscaldamento/raffrescamento). Al contrario, all’interno di una casa ben isolata, dove le dispersioni sono ridotte al minimo, soddisferà le esigenze di qualsiasi utente e garantirà un elevato livello di comfort ambientale. Quindi, se si sceglie un impianto in pompa di calore è importante assicurarsi di aver già eliminato le dispersioni termiche sull’involucro della tua casa. Quando si costruisce la propria abitazione oppure si fa una ristrutturazione importante, la pompa di calore è, quasi sicuramente, la soluzione adatta alle tue esigenze. Come già ribadito, la funzionalità di questo tipo di impianto è che in un sistema unico si possono svolgere tre diversi compiti principali: riscaldamento, raffrescamento, produzione di acqua calda sanitaria. Inevitabilmente, se si sceglie una pompa di calore completa per la climatizzazione dell’abitazione, bisognerà avere uno spazio adeguato all’installazione. La pompa di calore, infatti, ha un ingombro maggiore di una caldaia tradizionale. Tuttavia, non è necessario installare altri impianti aggiuntivi (come, per esempio, i condizionatori) perché farà tutto la pompa di calore. Inoltre, gli standard normativi per le nuove costruzioni obbligano (fortunatamente) a raggiungere altissimi valori di prestazione energetica e ad utilizzare impianti alimentati da fonti rinnovabili per realizzare edifici ad energia quasi zero (NZEB). Di conseguenza, un edificio in costruzione avrà sicuramente un involucro altamente isolato, che si presta benissimo all’installazione della pompa di calore. Sempre più spesso, l’installazione della pompa di calore viene proposta agli utenti che possiedono già un impianto fotovoltaico per la propria casa. Perché ? La risposta è semplice: come spiegato nell’articolo “come funziona una pompa di calore“, la pompa di calore necessita di una quantità minima di energia elettrica per mettere in atto il meccanismo ciclico di assorbimento dell’energia termica. Quindi, è possibile assimilare la propria pompa di calore ad un elettrodomestico aggiuntivo dell’appartamento. Inoltre, questa macchina è fatta per funzionare con basse temperature, in modo costante durante l’arco della giornata. A questo punto è facile capire il vantaggio dell’accoppiata fotovoltaico-pompa di calore. In un’abitazione in cui sono installate una pompa di calore ed un impianto fotovoltaico, la pompa di calore può utilizzare l’energia elettrica prodotta dai pannelli fotovoltaici durante per raffrescare i locali, senza il bisogno di prelevare energia costosa dalla rete elettrica. Fonti: principi e fondamenti di termodinamica
by AREA TECNICA 1 GROUP SCTP 14 March 2023
BONUS RISTRUTTURAZIONE 2023 Hai intenzione di ristrutturare il tuo immobile? Allora dovresti sapere che il bonus ristrutturazione 2023 è attivo! Potrai detrarre il 50% dell'importo delle ristrutturazioni fino ad un massimo di 96.000€ grazie agli incentivi fiscali previsti dal Governo italiano. La scadenza è prevista per il 31 dicembre 2024. Il bonus ristrutturazione edilizia 2023 è un contributo che garantisce tutta una serie di vantaggi a chi desidera riqualificare il proprio immobile o il condominio sino al 2024. Questo incentivo è stato previsto dal decreto Rilancio, poi divenuto legge il 17 luglio 2022. Avvalendosi di quest’agevolazione fiscale, chi si accinge a realizzare lavori nel contesto domestico, può avere accesso a una detrazione corrispondente al 50% dell’importo sostenuto per un massimo di 96.000 euro. In fase iniziale, il contributo ammontava al 36% per un massimo di 48.000 euro. Tuttavia, a distanza di un breve lasso di tempo, si è registrato un duplice incremento sia per la percentuale sia per il tetto massimo di spesa. In base a quanto indicato all’interno della guida presente sul sito internet dell’Agenzia delle Entrate, sono ben tre le modalità per usufruire del suddetto bonus. 1. detrazione. Ad oggi per effetto del decreto cessioni non è possibile effettuare sconto in fattura e cessione del credito. La detrazione risulta la modalità più diffusa per ottenere il bonus ristrutturazione edilizia 2023: la somma viene ripartita in 10 rate annuali dello stesso importo. Il contribuente che ad esempio non ha beneficiato dell'agevolazione fiscale per uno o più anni per svariati motivi, come ad esempio un esonero dalla presentazione della dichiarazione dei redditi o per incapienza, ha la possibilità di beneficiare della detrazione anche in rapporto ai successivi periodi d’imposta. Come? Semplicemente, indicando all’interno della dichiarazione il numero della rata corrispettiva. Se si agisce in questo modo, vi sono tutti i presupposti per ristrutturare casa o il condominio, andando a detrarre una parte dei costi sostenuti direttamente dall’IRPEF. Per ciò che concerne il rimborso del 50% delle spese sostenute oppure di una parte, qualora si oltrepassasse la soglia limite pattuita, è opportuno procedere alla compilazione della dichiarazione dei redditi. In alternativa, il rimborso può avvenire anche tramite il Modello Redditi Persone Fisiche o mediante il 730. Tenendo conto dello svolgimento dei lavori e del sostenimento delle spese, la scadenza per l’invio della comunicazione e il termine sono stabiliti per il 16 marzo del 2023, se le operazioni sono iniziate nel 2022; a fronte di un inizio nel 2023, la data è quella del 16 marzo 2024. Il bonus ristrutturazione edilizia 2023 spetta ai contribuenti soggetti al pagamento delle imposte sui redditi, a prescindere dal fatto che risultino residenti in Italia o meno. Nello specifico: * i proprietari; * i nudi proprietari; * i locatari; * i comodatari; * gli imprenditori di ditte individuali; * i soci di cooperative; * i titolari di usufrutto, uso, superficie o abitazione, in qualità di diritto reale di godimento; * i produttori di redditi in forma associata possono beneficiare della detrazione al 50% sulle spese per i suddetti lavori. A fronte di possesso dell’immobile, esecuzione dei lavori a proprie spese e registrazione del compromesso, anche i futuri proprietari dell’abitazione hanno l’opportunità di poter accedere al bonus ristrutturazione edilizia 2023. Se sostengono le spese e risultano intestatari di fatture e bonifici, anche i seguenti soggetti possono avere diritto alla detrazione: il familiare convivente del proprietario dell’immobile su cui vengono svolti i lavori. Questa figura è in genere il coniuge, ma possono essere anche parenti entro il terzo grado. Anche il coniuge separato assegnatario dell’immobile che risulta intestato all’altro coniuge, può beneficiare del contributo fiscale. Lo stesso dicasi in riferimento al componente dell’unione civile e al convivente more uxorio, non proprietario dell’immobile su cui sono stati eseguiti gli interventi di ristrutturazione, restauro o ammodernamento. In quest’ultimo caso, addirittura per le spese sostenute dal 1° gennaio 2016. Cosa avviene nello scenario in cui vi sono due comproprietari di un immobile che hanno sostenuto le spese di ristrutturazione, ma fattura e bonifico risultano intestati a uno solo? La detrazione spetta anche a chi non viene indicato nei documenti, a patto che all’interno della fattura sia indicato chiaramente la percentuale di spesa che quest’ultimo ha sostenuto. Caso particolare, poi, è quello attinente ai contratti preliminari di vendita: l’acquirente dell’immobile può beneficiare del contributo se è stato inserito nel possesso dell’abitazione, se porta a termine gli interventi a suo carico e se la registrazione del compromesso è avvenuta entro i termini della data di presentazione della dichiarazione dei redditi, dove la detrazione viene fatta valere. Fino al 2024, i contribuenti possono portare in detrazione le spese che si riferiscono ai lavori di riqualificazione edilizia, oltre che di manutenzione ordinaria e straordinaria, fino a un massimo di 96.000 euro. Gli interventi che assicurano l’ottenimento del credito d’imposta, pertanto, sono i seguenti: * lavori di manutenzione ordinaria, * lavori di manutenzione straordinaria, * lavori di ristrutturazione edilizia, * opere di risanamento conservativo e restauro eseguiti su condomini o su parti comuni di edifici residenziali o su singole unità immobiliari residenziali, indipendentemente dalla categoria catastale di appartenenza. 
by AREA TECNICA 1 GROUP SCTP 14 March 2023
IMPIANTO FOTOVOLTAICO CON ACCUMULATORI Quando si parla di fotovoltaico ed energie rinnovabili, autoconsumo diventa sinonimo di risparmio. Più energia autoprodotta riesci a utilizzare nella rete domestica, meno ne dovrai acquistare dal Gestore e, di conseguenza, più basse saranno le bollette da pagare. Per aumentare la quota di autoconsumo e raggiungere l’indipendenza energetica ti serve un sistema di accumulo fotovoltaico, composto da un inverter e da batterie capaci di immagazzinare il surplus di energia, per metterlo a disposizione quando realmente ti serve. L’impianto fotovoltaico produce elettricità grazie al lavoro combinato di pannelli e inverter. Questa energia viene subito messa a disposizione della rete domestica per il funzionamento di luci ed elettrodomestici (autoconsumo diretto). Quando i pannelli producono più energia di quella richiesta al momento dalle utenze, il surplus viene accumulato nelle batterie. Inizia così il ciclo di carica e scarica degli accumulatori, che sono pronti a fornire immediatamente energia nel caso le richieste domestiche superino la produzione. L’energia accumulata nelle batterie resta a disposizione della rete domestica fino all’effettivo bisogno, cioè anche di sera quando l’impianto fotovoltaico è fermo e non produce. In questo caso si parla di autoconsumo differito, cioè della possibilità di sfruttare l’energia autoprodotta in un secondo momento. Se le batterie hanno raggiunto la carica completa e tuttavia i pannelli continuano a produrre elettricità, l’energia in eccesso viene immessa in rete e valorizzata tramite lo scambio sul posto. Il cuore di un sistema di accumulo sta tutto capacità di indirizzare in maniera ottimale l’energia prodotta dal fotovoltaico verso la rete domestica, verso le batterie o verso la Rete pubblica. A livello di distribuzione dei consumi, comunque, possiamo dire che tutte le famiglie un po’ si somigliano. i consumi di una famiglia tipo sono particolarmente alti al mattino e alla sera, cioè quando l’impianto è appena entrato in funzione o, addirittura, è fermo. Durante il giorno, invece, quando il sole è alto in cielo e l’impianto produce al massimo, non sempre c’è qualcuno in casa pronto a far partire la lavastoviglie o ad accendere il forno. L’accumulo si rivela quindi fondamentale per evitare che tutta quell’energia elettrica prodotta dai pannelli durante le ore centrali della giornata vada sprecata. Con gli accumulatori: - Sfrutti a pieno il lavoro dei pannelli - Accumuli fino al 100% di energia prodotta - Abbatti le spese per l’energia elettrica - Ti metti al riparo dai continui aumenti del prezzo dell’energia - Hai sempre a disposizione energia verde, contribuendo così alla riduzione dell’inquinamento I costi del fotovoltaico con accumulo Quali sono i costi del fotovoltaico con l’accumulo? Tieni conto che nella media un impianto fotovoltaico per casa costa circa 2000-2700 € al kW. Mentre un sistema di accumulo con batterie al litio può avere un costo di 1000-1500 €/kWh. Quindi, quanto può costare 3 kW di fotovoltaico con 5 kWh di accumulo? A partire da € 13.300,00€ in su. Se usi lo sconto immediato in fattura del 50% lo pagherai la metà 6.650,00. Che dire invece di un tipico impianto fotovoltaico da 6 kW con accumulo da 10 kWh? Con un minimo di buona qualità e con tempi di consegna ragionevoli lo puoi trovare a € 26.500,00, con lo sconto immediato lo paghi € 13.250,00. Fai attenzione, in questi prezzi dovrebbe essere sempre tutto incluso. Quanto si può risparmiare con fotovoltaico e accumulo? Alcuni dicono che puoi risparmiare al 100% sull’intero importo della bolletta: falso. Altri dicono ancora che è possibile risparmiare il 100% sulla componente energia: falso anche questo. O meglio, è molto difficile con un dimensionamento equilibrato. Adesso vediamo la realtà dei fatti, che comunque sono molto interessanti lo stesso. Si arriva al 75-80% del fabbisogno energetico. Questo bel taglio influisce su tutte le componenti variabili della tua bolletta energetica, ma non sulle quote fisse. Per capire, un impianto da 3 kW con accumulo può farti risparmiare circa 1200-1500 euro all’anno. Se hai necessità di un impianto da 6 kW i risparmi possono superare i 2430,00€/anno. Naturalmente tutto dipende dalle tariffe che pagi di luce e gas. Non bisogna poi dimenticarsi di sfruttare il grande vantaggio dei nuovi impianti di riscaldamento alimentati dalle moderne Pompe di Calore. Se sostituisci la caldaia a gas con questa tecnologia puoi davvero dare un taglio netto alla bolletta del gas. In passato, il fotovoltaico con l’accumulo sembrava meno conveniente rispetto al fotovoltaico “secco”. Oggi, invece, è diventato particolarmente remunerativo. Perché? La differenza tra risparmiare subito in bolletta e farsi pagare l’energia immessa è molto più ampia. Quando ti vendono l’energia la paghi molto di più. Adesso evitare di consumare dalla rete è diventato decisamente più importante! Domande frequenti dei nostri clienti «In caso di blackout, il mio impianto continua a funzionare con le batterie?» Se “salta la corrente”, di solito l’impianto fotovoltaico con accumulo continua a funzionare. Spesso il funzionamento del fotovoltaico è limitato ad alcuni carichi. «Quanto durano le batterie per fotovoltaico?» Oltre 20 anni se sceglierai batterie per fotovoltaico al litio ferro fosfato. I migliori produttori garantiscono dai 6000 ai 15000 cicli completi di carica e scarica e in ambito residenziale sono sufficienti per un funzionamento esteso. Riferimenti: prezzari regionali Toscana
by AREA TECNICA 1 GROUP SCTP 8 March 2023
L’Ecobonus è costituito da una serie di detrazioni fiscali che il contribuente può sfruttare sugli interventi strutturali di riqualificazione energetica o di messa in sicurezza antisismica degli edifici esistenti. La detrazione fiscale, valida ai fini IRPEF, riguarda gli interventi di riqualificazione energetica, riduzione del rischio sismico, installazione di impianti fotovoltaici e installazione di colonnine per la ricarica di veicoli elettrici. Per quanto riguarda l’ecobonus non ci sono novità rispetto al 2022, permane la possibilità di usufruire della cessione del credito e dello sconto in fattura in alternativa alla detrazione fiscale in dichiarazione dei redditi. Per effetto del decreto cessioni ad oggi, si ricorda, che non è possibile usufruire dello sconto in fattura e della cessione del credito per interventi avviati mediante pratiche posteriori all’entrata in vigore dello stesso. La legge di Bilancio 2023 non è intervenuta sui requisiti e sui parametri. La proroga è fino al 31 dicembre 2024. Per limitare i fenomeni di illeciti compiuti ai danni dello stato o dei cittadini, è stato infine introdotto il Decreto Antifrode, pertanto l’obbligo di visto di conformità e asseverazione della congruità dei prezzi è stato esteso a tutti i bonus casa che vengono usati tramite sconto in fattura o cessione del credito. L’ecobonus è una agevolazione fiscale dedicata alla riqualificazione energetica dell’immobile. Questa misura è rivolta a tutti i cittadini che svolgono determinati lavori sull’immobile in cui possiedono un diritto reale, e prevede una agevolazione al 50% oppure al 65% in base alla tipologia di lavori svolti. In alcuni casi specifici l’agevolazione può anche raggiungere una percentuale maggiore, e in alternativa si può accedere anche al Superbonus, se vengono rispettati alcuni requisiti. Il Superbonus dal 2023 sarà al 90%. L’Ecobonus indica le detrazioni fiscali concesse ai fini IRPEF in relazione agli interventi edili ed impiantistici che hanno l’obiettivo di ridurre i consumi energetici all’interno di edifici esistenti. L’obiettivo del Governo con l’introduzione di questi bonus è quello di: * Incentivare il settore dell’edilizia in Italia e tutto il suo indotto; * Superare l’utilizzo di combustibili fossili a vantaggio di fonti energetiche rinnovabili. Sostanzialmente, a seconda della tipologia di intervento di riqualificazione effettuato dal contribuente questi ha la possibilità di ricevere indietro una percentuale della spesa. Si tratta del 50%, del 65% di quanto sostenuto. Su tutte le tipologie di bonus, con modalità ed adempimenti diversi, è possibile optare per lo sconto in fattura, la cessione del credito o l’utilizzo della detrazione in dichiarazione dei redditi. Si tratta di lavori che permettono prima di tutto una riduzione del consumo energetico per il riscaldamento, provocando anche un notevole risparmio economico, oppure del miglioramento termico dell’edificio. Questo miglioramento può avvenire tramite diversi lavori: dalle coibentazioni ai nuovi pavimenti, alla sostituzione delle finestre o degli infissi. Ma sono anche inclusi nell’ecobonus lavori come l’installazione di pannelli solari, e la sostituzione di impianti di climatizzazione invernale. Questo particolare bonus quindi è specifico per lavori che portano ad un miglioramento dei consumi, e ad un risparmio energetico complessivo. Sono incluse le installazioni di schermature solari, impianti di climatizzazione invernale con biomasse combustibili, oppure l’installazione di strumenti di domotica, ovvero di controllo a distanza di diversi impianti domestici (riscaldamento, climatizzazione, produzione di acqua calda). Sono inclusi tutti i lavori annessi come l’acquisto di generatori di aria calda a condensazione e simili. Per quanto riguarda l’Ecobonus sono state confermate le aliquote ordinarie : * 50% per infissi, biomassa e schermature solari; * 65% per le rimanenti tipologie di spese. Nel caso in cui l’intervento sia effettuato su parti comuni condominiali l’importo di detrazione IRPEF varia dal 70% al 75%. Nel caso in cui gli interventi e le spese di ristrutturazione per migliorare l’efficienza energetica interesseranno l’intero involucro dell’edificio, l’ecobonus potrà salire al 70% (nel caso in cui i lavori incidano sul 25% della superficie complessiva del condominio), 75% se la riqualificazione energetica sarà finalizzata al miglioramento e al risparmio sulla spesa energetica sia estiva che invernale. Gli interventi per il risparmio energetico possono essere agevolati con l’ecobonus, se vengono effettuati su immobili: * esistenti. L’edificio deve essere iscritto in catasto oppure deve sussistere la richiesta di accatastamento, e dal pagamento dell’IMU se dovuta; * possono essere edifici di «qualsiasi categoria catastale» e destinazione d’uso (sempre nell’ambito degli edifici esistenti); * devono essere ambienti riscaldati, tranne per i pannelli solari termici, i generatori a biomassa e le schermature solari. Gli interventi non devono necessariamente essere sostenuti su immobili residenziali, come invece previsto per quasi tutti gli interventi sul recupero del patrimonio edilizio dell’articolo 16-bis del Tuir, anche se minori e sul superbonus. Con la risoluzione 25 giugno 2020, n. 34, l’Agenzia delle Entrate ha chiarito che le detrazioni per l’ecobonus e per il sisma bonus (solo se ordinari) spettano ai titolari di reddito d’impresa che effettuano gli interventi su immobili da essi posseduti o detenuti, a prescindere dalla qualificazione degli stessi come: * strumentali per natura (cioè con categoria catastale B, C, D, E o A/10) o per destinazione (cioè utilizzati dall’impresa); * registrati in contabilità tra le immobilizzazioni; * beni merce, cioè registrati tra le rimanenze di magazzino; * patrimoniali. Possono usufruire delle detrazioni Ecobonus al 65% o al 50% tutti i contribuenti assoggettati all’imposta sul reddito sulle persone fisiche (IRPEF), residenti o non residenti, nel territorio dello Stato, su prima e seconda casa ed anche i titolari di reddito di impresa. L’agevolazione spetta non soltanto ai proprietari degli immobili, infatti, possiamo schematizzare che i soggetti beneficiari dell’agevolazione sono: * Le persone fisiche, compresi gli esercenti arti e professioni e i nudi proprietari; * Titolari di un diritto reale di godimento (usufrutto, uso, abitazione o superficie); * Contribuenti che conseguono reddito d’impresa (persone fisiche, società di persone, società di capitali). I titolari di reddito d’impresa possono fruire della detrazione solo con riferimento ai fabbricati strumentali che utilizzano nell’esercizio della loro attività imprenditoriale (Risoluzione n. 340/E/2008 dell’Agenzia delle Entrate). * Locatari (affittuari) o comodatari; * Gli enti pubblici e privati che non svolgono attività commerciale; * Associazioni tra professionisti; * Gli istituti autonomi per le case popolari e le cooperative di abitazione a proprietà indivisa; Sono inoltre ammessi a fruire della detrazione, purché sostengano le spese per la realizzazione degli interventi e questi non siano effettuati su immobili strumentali all’attività d’impresa: * Il familiare convivente con il possessore o il detentore dell’immobile oggetto dell’intervento (coniuge, componente dell’unione civile, parenti entro il terzo grado e affini entro il secondo grado); * Il convivente more uxorio, non proprietario dell’immobile oggetto degli interventi né titolare di un contratto di comodato (Risoluzione n. 64/E/2016 dell’Agenzia delle Entrate). La detrazione IRPEF legata all’Ecobonus spetta al soggetto che effettua il pagamento della fattura. Questo soggetto deve essere titolare di un diritto reale, come detto in precedenza. Il soggetto, possessore o acquirente, anche di una porzione di unità abitativa, può beneficiare interamente dell’agevolazione, purché sia colui che sostenga la spesa e che sia intestatario delle fatture. Se la spesa per i lavori è sostenuta da più soggetti, dovranno essere indicati nome, cognome e codice fiscale delle persone interessate alla detrazione fiscale. In relazione al sostenimento delle spese in relazione agli interventi sotto indicati è possibile ottenere un rimborso del 65% della spesa sostenuta (art. 14 D.L. n. 63/13) per la riqualificazione energetica degli edifici. Gli interventi agevolati al 65% sono i seguenti: * Gli interventi di sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di apparecchi ibridi, costituiti da pompa di calore integrata con caldaia a condensazione, assemblati in fabbrica ed espressamente concepiti dal fabbricante per funzionare in abbinamento tra loro; * Gli interventi di sostituzione, integrale o parziale, di impianti di climatizzazione invernale con generatori d’aria calda a condensazione; * L’acquisto e posa in opera di micro-cogeneratori in sostituzione di impianti esistenti, fino a un valore massimo della detrazione di 100.000 euro, a condizione che gli interventi producano un risparmio di energia primaria pari almeno al 20%; * Interventi di sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di caldaie a condensazione e contestuale messa a punto del sistema di distribuzione. In pratica, il rifacimento dell’impianto di riscaldamento; * Gli interventi di sostituzione, integrale o parziale, di impianti di climatizzazione invernale con pompe di calore ad alta efficienza e con impianti geotermici a bassa entalpia e contestuale messa a punto del sistema di distribuzione realizzato.; * Gli interventi di sostituzione di scaldacqua tradizionali con scaldacqua a pompa di calore, dedicati alla produzione di acqua calda sanitaria; * L’acquisto, l’installazione e la messa in opera di dispositivi multimediali per il controllo da remoto degli impianti di riscaldamento o produzione di acqua calda o di climatizzazione delle unità abitative. Questi dispositivi, mediante la fornitura periodica dei dati, dovranno indicarti le condizioni di funzionamento correnti e consentire l’accensione, lo spegnimento e la programmazione settimanale degli impianti da remoto; * Gli interventi di riqualificazione energetica di edifici esistenti, che ottengono un valore limite di fabbisogno di energia primaria annuo per la climatizzazione invernale inferiore di almeno il 20% rispetto ai valori riportati nel decreto del ministro dello Sviluppo economico dell’11 marzo 2008, così come modificato dal decreto 26 gennaio 2010; * Gli interventi su edifici esistenti, parti di edifici esistenti o unità immobiliari, riguardanti strutture opache verticali (muri), strutture opache orizzontali (coperture e pavimenti). La condizione per fruire dell’agevolazione è che siano rispettati i requisiti di trasmittanza termica U, espressa in W/mqK, contenuti nell’allegato E del decreto attuativo del Mise “efficienza energetica” o “requisiti ecobonus“; * L’installazione di impianto pannelli solare termico per la produzione di acqua calda per usi domestici o industriali e per la copertura del fabbisogno di acqua calda in piscine, strutture sportive, case di ricovero e cura, istituti scolastici e università; * Infine, la building automation. Tra gli interventi per cui è possibile ottenere la detrazione IRPEF del 50% (art. 14 D.L. n. 63/13) vi sono i seguenti: * L’acquisto e posa in opera di finestre comprensive di infissi e di schermature solari (allegato M al decreto legislativo 29 dicembre 2006, n. 311), porte esterne, portoncini; * La sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di caldaie a condensazione con efficienza almeno pari alla classe A di prodotto, senza la contestuale installazione di sistemi di termoregolazione evoluti; * L’acquisto e posa in opera di impianti di climatizzazione invernale dotati di generatori di calore alimentati da biomasse combustibili (pellets, truciolato etc.), fino a un valore massimo della detrazione di 30.000 euro. In realtà, esistono ulteriori aliquote. Difatti, se l’intervento riguarda il cappotto termico e la coibentazione del tetto di un condominio, l’aliquota di detrazione passa dal 70% all’85%. Per usufruire della detrazione IRPEF sugli interventi sul risparmio energetico, oltre al consueto bonifico parlante è necessaria l’asseverazione di un tecnico abilitato che attesti i requisiti tecnici dei lavori eseguiti e la congruità delle spese con computo metrico, l’attestato di prestazione energetica e l’invio della comunicazione della scheda tecnica all’ENEA entro 90 giorni dalla fine dei lavori. Il bonifico parlante non deve contenere solo la causale del versamento, costituita dalla norma agevolativa, con il codice fiscale del beneficiario della detrazione e il numero di partita IVA ovvero il codice fiscale del soggetto a favore del quale il bonifico viene effettuato, ma per gli interventi iniziati dal 6 ottobre 2020 in poi, deve contenere anche il numero e la data della fattura che viene pagata.
by AREA TECNICA 1 GROUP SCTP 28 February 2023
Superbonus e decreto cessioni: cosa ci dobbiamo aspettare. Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del DL 16 febbraio 2023 n° 11 (Decreto Cessioni), in attesa di conversione in legge, il settore dei bonus edilizi ha subito l'ennesimo fermo, dandoci l'idea di essere ritornati nel 2016, quando non esisteva alcuna alternativa alla detrazione diretta. Il Decreto Cessioni di fatto non blocca il superbonus, che continua con aliquote e scadenze già definite dal Decreto Aiuti–Quater, ma blocca la possibilità di cessione e sconto in fattura, limitando l'accesso al beneficio solo ai soggetti con possibilità di detrazione diretta e capacità di anticipare le somme necessarie all'esecuzione dei lavori. Considerando un intervento ipotetico ad unità immobiliare del costo di 150.000€ tra sisma bonus ed ecobonus, la detrazione ammessa suddivisa in 4 rate sarà di 37.500€ l'anno. Risulta evidente che la maggior parte dei contribuenti sia escluso dalla possibilità di detrazione diretta, se non vengono previste misure alternative. Naturalmente è necessario aspettare la relativa conversione in legge per avvertirne gli effetti, e non è difficile supporre l'adozione di misure correttive in questa fase. Certo non ci si aspettano rilevanti variazioni, considerate le dichiarazioni che arrivano dal governo.
by AREA TECNICA 1 GROUP SCTP 10 February 2023
Pirelli Hangar Bicocca La visita di AT1 alle installazioni permanenti: “I Sette Palazzi Celesti” Realizzata nel 2004 in occasione dell’apertura del Pirelli Hangar Bicocca da un progetto di Lia Rumma, l’installazione permanente site-specific di Anselm Kiefer, I Sette Palazzi Celesti , deve il suo nome ai Palazzi descritti nell’antico trattato ebraico Sefer Hechalot, il “Libro dei Palazzi/Santuari” risalente al V-VI secolo d.C., in cui si narra il simbolico cammino d'iniziazione spirituale di colui che vuole avvicinarsi al cospetto di Dio. Le sette torri – del peso di 90 tonnellate ciascuna e di altezze variabili tra i 13 e i 19 metri – sono realizzate in cemento armato utilizzando come elementi costruttivi moduli angolari dei container per il trasporto delle merci. Anselm Kiefer ha inserito tra i vari piani di ciascuna torre libri e cunei in piombo, che, comprimendosi sotto il peso del cemento, garantiscono maggiormente la staticità delle strutture. Per l’artista l’utilizzo di questo metallo non ha solo un valore funzionale, ma anche simbolico: il piombo, infatti, è considerato nella tradizione materia della malinconia. I Sette Palazzi Celesti rappresentano un punto d’arrivo dell’intero lavoro dell’artista e sintetizzano i suoi temi principali proiettandoli in una nuova dimensione fuori dal tempo: l’interpretazione dell’antica religione ebraica; la rappresentazione delle rovine dell’Occidente dopo la Seconda guerra mondiale; la proiezione in un futuro possibile da cui l’artista ci invita a guardare il nostro presente.
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