BONUS RISTRUTTURAZIONE 2023
Hai intenzione di ristrutturare il tuo immobile?
Allora dovresti sapere che il bonus ristrutturazione 2023 è attivo! Potrai detrarre il 50% dell'importo delle ristrutturazioni fino ad un massimo di 96.000€ grazie agli incentivi fiscali previsti dal Governo italiano. La scadenza è prevista per il 31 dicembre 2024.
Il bonus ristrutturazione edilizia 2023 è un contributo che garantisce tutta una serie di vantaggi a chi desidera riqualificare il proprio immobile o il condominio sino al 2024. Questo incentivo è stato previsto dal decreto Rilancio, poi divenuto legge il 17 luglio 2022.
Avvalendosi di quest’agevolazione fiscale, chi si accinge a realizzare lavori nel contesto domestico, può avere accesso a una detrazione corrispondente al 50% dell’importo sostenuto per un massimo di 96.000 euro. In fase iniziale, il contributo ammontava al 36% per un massimo di 48.000 euro. Tuttavia, a distanza di un breve lasso di tempo, si è registrato un duplice incremento sia per la percentuale sia per il tetto massimo di spesa. In base a quanto indicato all’interno della guida presente sul sito internet dell’Agenzia delle Entrate, sono ben tre le modalità per usufruire del suddetto bonus.
1. detrazione.
Ad oggi per effetto del decreto cessioni non è possibile effettuare sconto in fattura e cessione del credito.
La detrazione risulta la modalità più diffusa per ottenere il bonus ristrutturazione edilizia 2023: la somma viene ripartita in 10 rate annuali dello stesso importo. Il contribuente che ad esempio non ha beneficiato dell'agevolazione fiscale per uno o più anni per svariati motivi, come ad esempio un esonero dalla presentazione della dichiarazione dei redditi o per incapienza, ha la possibilità di beneficiare della detrazione anche in rapporto ai successivi periodi d’imposta.
Come?
Semplicemente, indicando all’interno della dichiarazione il numero della rata corrispettiva. Se si agisce in questo modo, vi sono tutti i presupposti per ristrutturare casa o il condominio, andando a detrarre una parte dei costi sostenuti direttamente dall’IRPEF. Per ciò che concerne il rimborso del 50% delle spese sostenute oppure di una parte, qualora si oltrepassasse la soglia limite pattuita, è opportuno procedere alla compilazione della dichiarazione dei redditi. In alternativa, il rimborso può avvenire anche tramite il Modello Redditi Persone Fisiche o mediante il 730. Tenendo conto dello svolgimento dei lavori e del sostenimento delle spese, la scadenza per l’invio della comunicazione e il termine sono stabiliti per il 16 marzo del 2023, se le operazioni sono iniziate nel 2022; a fronte di un inizio nel 2023, la data è quella del 16 marzo 2024.
Il bonus ristrutturazione edilizia 2023 spetta ai contribuenti soggetti al pagamento delle imposte sui redditi, a prescindere dal fatto che risultino residenti in Italia o meno.
Nello specifico:
* i proprietari;
* i nudi proprietari;
* i locatari;
* i comodatari;
* gli imprenditori di ditte individuali;
* i soci di cooperative;
* i titolari di usufrutto, uso, superficie o abitazione, in qualità di diritto reale di godimento;
* i produttori di redditi in forma associata possono beneficiare della detrazione al 50% sulle spese per i suddetti lavori.
A fronte di possesso dell’immobile, esecuzione dei lavori a proprie spese e registrazione del compromesso, anche i futuri proprietari dell’abitazione hanno l’opportunità di poter accedere al bonus ristrutturazione edilizia 2023. Se sostengono le spese e risultano intestatari di fatture e bonifici, anche i seguenti soggetti possono avere diritto alla detrazione: il familiare convivente del proprietario dell’immobile su cui vengono svolti i lavori.
Questa figura è in genere il coniuge, ma possono essere anche parenti entro il terzo grado. Anche il coniuge separato assegnatario dell’immobile che risulta intestato all’altro coniuge, può beneficiare del contributo fiscale. Lo stesso dicasi in riferimento al componente dell’unione civile e al convivente more uxorio, non proprietario dell’immobile su cui sono stati eseguiti gli interventi di ristrutturazione, restauro o ammodernamento. In quest’ultimo caso, addirittura per le spese sostenute dal 1° gennaio 2016.
Cosa avviene nello scenario in cui vi sono due comproprietari di un immobile che hanno sostenuto le spese di ristrutturazione, ma fattura e bonifico risultano intestati a uno solo?
La detrazione spetta anche a chi non viene indicato nei documenti, a patto che all’interno della fattura sia indicato chiaramente la percentuale di spesa che quest’ultimo ha sostenuto. Caso particolare, poi, è quello attinente ai contratti preliminari di vendita: l’acquirente dell’immobile può beneficiare del contributo se è stato inserito nel possesso dell’abitazione, se porta a termine gli interventi a suo carico e se la registrazione del compromesso è avvenuta entro i termini della data di presentazione della dichiarazione dei redditi, dove la detrazione viene fatta valere.
Fino al 2024, i contribuenti possono portare in detrazione le spese che si riferiscono ai lavori di riqualificazione edilizia, oltre che di manutenzione ordinaria e straordinaria, fino a un massimo di 96.000 euro. Gli interventi che assicurano l’ottenimento del credito d’imposta, pertanto, sono i seguenti:
* lavori di manutenzione ordinaria,
* lavori di manutenzione straordinaria,
* lavori di ristrutturazione edilizia,
* opere di risanamento conservativo e restauro eseguiti su condomini o su parti comuni di edifici residenziali o su singole unità immobiliari residenziali, indipendentemente dalla categoria catastale di appartenenza.